UNICT – 30 docenti catanesi tra gli scienziati ‘top’ al mondo secondo Plos Biology
Trenta docenti dell’Università di Catania sono stati inseriti nella classifica dei 100mila scienziati internazionali appartenenti a diverse discipline, pubblicata dalla rivista Plos Biology.
Gli autori della classifica (John P. A. Ioannidis, Jeroen Baas, Richard Klavans, Kevin W. Boyack) pubblicata nell’articolo “A standardized citation metrics author database annotated for scientific field” hanno applicato un nuovo metodo di classificazione basato su un indicatore composito che prende in considerazione citazioni e impatto scientifico degli scienziati valutati – in 22 discipline scientifiche e 176 sottocampi di ricerca specifici -, in relazione all’attività degli ultimi 22 anni (aggiornamento al 2018).
Ecco, in ordine alfabetico, i nominativi dei docenti Unict presenti nella graduatoria di Plos Biology: Bruno Andò, Antonino Belfiore, Antonio Biondi, Vittorio Calabrese, Aldo Eugenio Calogero, Davide Capodanno, Giuseppe Compagnini, Stefania Conti, Santo Di Bella, Filippo Drago, Fabio Galvano, Salvatore Greco, Giuseppe Grosso, Sandro La Vignera, Vito Latora, Massimo Libra, Gaetano Magro, Giuseppe Musumeci, Ferdinando Nicoletti, Gaetano Palumbo, Francesco Patti, Riccardo Polosa, Francesco Priolo, Maria Alessandra Ragusa, Biagio Ricceri, Valentina Siracusa, Salvatore Sortino, Corrado Tamburino, Giuseppe Marco Tina, Carlo Vancheri.
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Il paziente
Non mi sono mai ammalato in vita mia. Voglio dire che non ho mai perso un giorno di lavoro per motivi di salute, e l’esperienza di ritrovarmi in un letto d’ospedale mi ha letteralmente sconvolto. Voglio riassumerla così: nella vita di un uomo esistono diverse porzioni di un mondo personale in cui ciascuno può manifestare sentimenti, desideri, pensieri, impulsi in relazione alla situazione circostante, in un ottovolante di manifestazioni comportamentali che è fortemente legato al proprio profilo caratteriale: pacate per chi è pacato, esuberanti per chi è esuberante. In ogni caso, queste frazioni di vita si estendono e trovano luogo nella dimensione esistenziale di ciascuno: nel mio caso una stanza d’ospedale, con finestrella sulle colline di Nesima, obbligato all’immobilità pressoché assoluta a causa del regime terapeutico. Un ottovolante che è diventato automezzo in coda per pagare il pedaggio autostradale, e che mi ha obbligato a esercitare la pazienza, a mordere il freno, a guardare il mondo da un’altra prospettiva. Non ho svenduto il mio temperamento e non ho modificato il dizionario della mia vita, ma ho certamente imparato ad essere più paziente.