Del Direttore Generale

Non deve sorprendere se dedico questo spazio alla vicenda delle dimissioni (ritirate) del Direttore Bellantoni. L’ho conosciuto quando era ancora al vertice dell’apparato amministrativo dell’Università di Milano Bicocca e ho visto subito in lui la persona dotata delle qualità giuste per risolvere i grossi problemi nei quali si dibatteva l’ateneo di Catania in quel momento. Difronte ai fatti di questi giorni mi sono trovato a domandarmi cosa avevo visto in quell’uomo. Doti di grande manager? Facile dimostrarle in una piccola Università come quella di Bicocca. Integrità morale? Si può essere moralmente integri fino a diventare integralisti. Simpatia e umanità? Io stesso posso spesso apparire antipatico ma penso di garantire un buon rapporto umano con tutti coloro che interagiscono con me. Allora cosa? In quella persona ho visto saggezza, quella rara virtù che vale più dell’intelligenza e della fortezza, della bontà e del coraggio. L’uomo saggio, infatti, deve saper integrare le proprie capacità con quelle di chi collabora con lui nell’ottica di un giusto equilibrio tra energie spese ed energie risparmiate. Diceva infatti Confucio che “il saggio esige il massimo da sé, l’uomo da poco si attende tutto dagli altri”.

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